Spettacoli

GLI ORDINI SONO ORDINI
Processo teatrale ispirato a
“L’Istruttoria” di P. Weiss

Ideazione e Regia: Dean David Rosselli

CON: Barbara Taddei, Federica Bini,
Chiara Cinotti, Elisa Monciatti,
Riccardo Sgherri, Franco Giunti.

NOTE DI REGIA:
Questo processo teatrale si ispira al vero processo che in Germania, dal 1963 al 1965, vide come protagonisti funzionari, testimoni ed ex-detenuti del campo di sterminio per antonomasia: Auschwitz.
Mentre il Giudice indaga ad alta voce su quanto accaduto nel lager, il pubblico si fa silenziosa giuria, chiamata ad ascoltare delle testimonianze contraddittorie, come solo gli esseri umani sanno essere, inverosimili, come solo le deportazioni sono state, agghiaccianti, come quella neve che ad Auschwitz induceva nell’animo un senso di gelo, cupo sconforto, allucinante disperazione.
“Il tempo, lo si capisce sempre dopo, quando è passato un po’ di tempo” scriveva Proust, cerchiamo quindi di capire oggi i fatti di ieri, anche se, durante eventi storici di portata tanto immane, la frontiera tra bene e male si assottiglia ed il ricatto della morte muta le vittime in carnefici, l’umano, in disumano. Ci sono poi alcuni, con crudeltà già insita nell’animo, ai quali la Storia tende la mano e, purtroppo per gli altri, offre loro la facile occasione di far male, ma non di confessarlo.

Dean David Rosselli

AMORE & MITO
Breve viaggio nella mitologia amorosa

Ideazione e Regia: Dean David Rosselli

CON: Barbara Taddei, Federica Bini,
Raffaella Micelli, Chiara Cinotti,
Valentina Antonini, Franco Giunti.

NOTE DI REGIA:
La performance è sia Cultura che Teatro ed è legata al fatto che, sebbene le persone continuino ad incontrare, studiare, citare e rammentare la mitologia classica nei più disparati ambiti sociali, la realtà è che di mitologia si hanno spesso reminiscenze, dati mancanti, versioni discordanti od errate, simulate conoscenze, un vago sapore di tempi e personaggi lontani che sembrano non riguardarci. Per questo il Teatro si inizia laddove la realtà conclude i propri limiti. La struttura dell’evento consiste, essenzialmente, nel raccontare al pubblico 7 miti, 7 coppie mitologiche legate dal sempiterno Amore. Questa malattia chiamata “amore” è il filo rosso che traccia la trama di una performance che intende dire al pubblico cose semplici, primordiali, archetipiche, che tutti sanno o, forse, tutti ignorano. Cose tipo:
“Bisogna vivere tutto ciò che è Vita, ad esempio l’amore, e tutto ciò che non è Vita, ad esempio ciò che amore non è, lasciarlo lì”.

Dean David Rosselli

ANNE FRANK – Sii gentile, abbi coraggio

Ideazione e Regia: Dean David Rosselli

CON: Raffaella Micelli, Riccardo Sgherri, Alessandro Lo Conte, Valentina Antonini,
Rita Ciampa, Barbara Taddei, Laura Ramerini

Anno: 2020

NOTE DI REGIA:
La lettura, ideata in occasione della Giornata della Memoria (27 gennaio), prende spunto dalla riduzione teatrale del celebre “Diario di Anne Frank” sebbene, usando le peculiari suggestioni ed i naturali mezzi del Teatro, cerchi di riassumere, far rivivere, ricordare, ecco, soprattutto “ricordare”, che una ragazza adolescente del 1944 è la stessa del 1844 o del 2044 e che, seppure messa alle strette, segregata, affamata, affranta, non smetterà mai di cercare la vita, di viverla la vita, di sentirsi viva, dimostrando, durante e dopo la propria esistenza, che hanno potuto portarle via soltanto il corpo, non l’anima, perché questa, attraverso le sue parole, ci è giunta intatta, integra, pura, intrisa di quell’intensa vitalità che ci ha saputo trasmettere e che, noi, tramite questa performance, cerchiamo di passare, a nostra volta, al pubblico. Quanto sono stati ingenui i suoi carnefici quando, nel portarla via, hanno tralasciato, sminuendoli, quei quaderni e quei fogli che, sparsi a terra come foglie o cadaveri, avrebbero rappresentato per loro, e per quell’inumana ideologia, il più grande, immane, invincibile dei nemici: la Memoria.
Anna, forse, l’ha intuito, infatti, li ha lasciati lì, nel rifugio, sopravvivendo, tramite i suoi scritti, al proprio infausto, prematuro, disumano destino.
Un adulto, qualsiasi adulto, li avrebbe portati con sé, perdendoli, ma gli adolescenti, si sa, sono avanti.

Orgoglio e pregiudizio

Regia: Dean David Rosselli

Con: Raffaella Micelli, Riccardo Sgherri, Franco Giunti, Alessandro Lo Conte, Sabina Marmeggi

Anno: 2018

Note di regia:
Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen è uno dei romanzi classici più letti al mondo e, per dirla con Calvino: “Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”. Ecco perché abbiamo pensato che valesse la pena di raccontarlo ad un pubblico, sia narrandolo, sia leggendolo.
Elizabeth e il signor Darcy si attraggono e respingono allo stesso tempo, si misurano col (pre)giudizio, spesso altrui, sono divisi agli occhi della società ma uniti se si guardano, sono orgogliosi e fieri d’esserlo. In un mondo di frasi preconfezionate, inespressi pensieri e gesti di circostanza, di elogi e lusinghe dovute, di vacui titoli nobiliari ed inespresse virtù, di donne alla forzata ricerca di marito e uomini che sfuggono, persino in questo mondo c’è la speranza che due anime “affini” non solo s’incontrino, la parte più facile, ma si conoscano a fondo, magari scontrandosi, si riconoscano l’uno nell’altra, anche rifiutandosi, ma infine andando oltre quell’apparenza che ogni Pregiudizio misura e quella chiusura che ogni Orgoglio esige.
La storia di Elizabeth e del signor Darcy è una bella storia (d’amore), non perfetta, né semplice, non banale. Una di quelle belle storie (d’amore) che diventano classiche, quindi inclini ad aver sempre qualcosa da dire.

voi che vivete sicuri

Regia: Dean David Rosselli

Con: Alessandro Lo Conte, Barbara Taddei, Franco Giunti, Sabina Marmeggi

Anno: 2018

Note di regia:
Se questo è un uomo di Primo Levi è un libro, un resoconto, una testimonianza, una confessione di ciò che l’Uomo, inteso come genere umano (e sempre che, in certe circostanze, lo si possa dir tale), è stato in grado di fare agli uomini.
È un’opera conosciuta da tutti, la studiamo a scuola, ne sentiamo parlare continuamente, è citata dai mass media e dai social network, soprattutto quando ci si avvicina a questa data, il 27 gennaio, il “Giorno della Memoria”.
Senza scegliere, prediligere, citare al riguardo parole già dette, più sagge, serie, ponderate e vere di quanto la nostra compagnia potrebbe mai trovare, abbiamo pensato di riassumere l’opera di Levi facendo qualcosa che, in quanto teatranti, possiamo fare: raccontarla. Riassumendola e leggendola.
La condenseremo quindi, narrandone alcune parti e leggendone altre, nel tentativo di trasmetterne al pubblico l’essenza, nella speranza che gli uomini di oggi, convinti di vivere sicuri, al riparo dagli uomini di ieri, comprendano che ciò che è stato può tornare e, se perdiamo la Memoria, lo farà.

perché il fuoco non muore

Regia: Dean David Rosselli

Con: Barbara Taddei, Valentina Antonini

Anno: 2018

Note di regia:
“La vita è ciò che accade mentre fai altri progetti” cantava John Lennon, ed è quanto pare accadere, di continuo, alle due preziose donne, Tina e Frida, che questa performance teatrale vuole omaggiare. Perché mentre loro si dedicano, anima, mente e corpo, a creare quel capolavoro che sarà la loro vita, la vita, appunto, si prodiga nel modificare continuamente i loro piani.
Così, tra un dipinto e l’altro, una è minata, nel fisico e nell’animo, dalla poliomelite, mentre di foto in foto, l’altra diventa vedova, all’improvviso; l’una è devastata – letteralmente – da un incidente, mentre l’altra è imprigionata, accusata, espulsa da una nazione che sentiva forse, e finalmente, casa.
Due donne che hanno vissuto appieno la propria vita, bruciando come fuoco che divampa inarrestabile, tra tele che hanno dipinto gioie e drammi propri e foto in bianco e nero che hanno fissato quelli altrui.
Tra lavori, case, amici, nemici, ideologie, ebbrezze, sentimenti, luoghi, ombre, segreti e sensazioni che hanno acceso, consumandole, le loro vite, queste due donne, per dirla con un certo Neruda, non sono mai morte, ardono ancora e vivamente tra noi.
Perché il loro fuoco, non muore.

di fiamma e di carezza

Regia: Dean David Rosselli

Con: Valentina Antonini, Cecilia Bartoli, Rita Ciampa, Sabina Marmeggi, Raffaella Micelli, Laura Ramerini

Anno: 2018

Note di regia:
Carezza, che allieta, emoziona, consola, entusiasma o placa,
ma anche Fiamma, che incendia ed avvampa, incenerendo.
Innocuo fuoco, che spegne con miele o passione i dolori,
ma anche lento accarezzare che va curato, difeso, meritato.
Complemento non sono. Non accessorio, trofeo, serva, vanto.
E se ignorata, umiliata, rinchiusa, offesa, violata, spezzata,
posso esser rogo minaccioso, pericolosa pira, incendio ostile.
Degli altri son fatta di stessa sostanza, di medesima carne,
stessa fortuna o disdetta, e lenta esaurisco… medesima cera.
Ma voglio, cerco e merito Vita. Non facile, affermata, felice,
ma libera e viva, perché “donna” sono, di fiamma e di carezza.



van gogh 45

Regia: Dean David Rosselli

Con: Riccardo Sgherri, Sabina Marmeggi, Laura Ramerini, Rita Ciampa, Raffaella Micelli, Franco Giunti

Anno: 2017

Note di regia:
Vincent Van Gogh, nella sua vita, creò 44 autoritratti (37 tele, 7 disegni).
Questa performance è il numero 45.
Ma non è un dipinto, né un disegno, ed in esso Vincent non si autoritrae, è piuttosto l’omaggio che un’altra arte ed altri artisti vogliono fare ad un uomo che, seppur fragile, tanto spessore ed interesse dimostrò verso l’Arte, la Natura, gli Esseri umani, la Vita.
Un ritratto dunque, dipinto col pastello dei suoi umori, affrescato tra i paesaggi che ha vissuto, a tratti tinteggiato di dolore, sincero senza assorti impressionismi, com’era lui, simbolistico, avanti nello sguardo e nella guardia, immune a dogmi, mode e perbenismi.
La messa in scena, ed i 23 personaggi che la colorano, ritraggono i mondi che Vincent conobbe, o subì. Perché se compito dell’artista è contraddire il proprio tempo e, soprattutto, se stesso, lui vi riuscì solo a metà, contraddicendo correnti pittoriche e religiose, convenzioni sociali e morali ipocrisie, tutto, tutti, e mai se stesso.
Tentativo è questo di ritrarre le sfumature di un Van Gogh che tutti abbiamo guardato, ma visto… forse mai.



senza voce

Regia: Dean David Rosselli

Con: Sabina Marmeggi, Laura Ramerini, Raffaella Micelli, Rita Ciampa, Franco Giunti

Anno:

Note di regia:
Uomini… Donne… che fare? Fare un bel respiro, e calmarsi.
Uomini e donne sono “diversi”, ed è tale diversità a renderci tutti, uomini o donne, “unici”. Eppure dobbiamo avere uguali diritti, uguali difese, uguali protezioni, prevenzioni, tutele, cure.
Dobbiamo avere l’uguale occasione e possibilità, di essere “diversi”.
Senza doverne pagare un prezzo, senza vergogna, senza umiliazioni, discriminazioni, violenze, senza venir per questo uccisi… uccise.
Perché esiste qualcosa senza genere, senza sesso, sessualità, sessismo, senza maschile, né femminile. Qualcosa che nessuna violenza, nessun pugno, nessuno schiaffo, nessuna offesa, accusa o infamia, nessuno sparo, potrà mai intaccare, scalfire, uccidere. Si chiama “dignità”, e non resterà mai senza voce.



seduti!

Regia: Dean David Rosselli

Con: Cecilia Bartoli, Franco Giunti, Laura Ramerini, Alessandro Lo Conte

Anno: 2017

Note di regia:
In auto, in ufficio, a casa, a scuola, alla fermata del bus, nelle sale d’attesa di porti, stazioni, aeroscali. E ancora nei bar, nei ristoranti, al cinema, alla posta, dal medico, dall’estetista, in banca, in galera… Seduti. Eppure è una posizione alterata, costretta, convenzionale, “civile” certo, ma innaturale.
Perché la vita è in piedi, o sdraiati. Sebbene la società ci voglia saldamente inchiodati ad una sedia. È in piedi la vita. Non conta se traballanti o incerti, se fieri solo un attimo o sconfitti vite intere, non importa se illusi, ignorati, invisi, se derisi, discriminati, esclusi, non conta, se si è in piedi.
Oppure è sdraiati. Nel riposo dagli affanni, nel recupero dalla malattia, nei passi primi dell’amore. Sdraiate le madri nel primo bacio ai figli, all’alba sdraiati, sdraiati nell’ultima dimora. Non seduti.
È sdraiati la vita, o in piedi.
Sebbene scegliamo da soli di sederci, “innaturale” certo, ma comodo.
Lo spettacolo, sperimentale nella messa in scena e provocatorio nei contenuti, mira a far riflettere sulle scelte che la vita ci offre e quelle che ci impone, sui passi che concede e quelli che nega. Perché per quante sedie quotidiane, poltrone elevate, angoli bui o troni iridati esistano dove sedersi, per quanto la società, gli altri o la sorte, ci spingano a sederci, che cosa fare… scegliamo noi.



attesa

Regia: Raffaella Micelli

Con: Valentina Antonini, Rita Ciampa, Chiara Cinotti, Sabina Marmeggi, Barbara Taddei

Anno: 2015

Note di regia:
Tutti noi attendiamo, di continuo, che sia il nostro turno, una telefonata, un volto amato, la svolta della vita…
L’attesa è scandita dalla quotidianità o dai vuoti incolmabili dell’insoddisfazione. L’attesa può essere distruttiva, di quelle che ti consumano dentro, o silenziosa, nascosta fra i pensieri e le idee più intime o, ancora, dietro ad una maschera, che tutti i giorni siamo tenuti ad indossare.
Questo spettacolo mostra come cinque persone che si ostinano a sopravvivere con fatica si trovano comunque nello stesso luogo, “nel pianeta dell’attesa, separato e diverso dal pianeta di chi non aspetta nulla e nessuno…”.
Cinque personaggi spiccatamente diversi, cinque persone che, a loro modo, sembrano possedere qualcosa di “ingombrante” nella loro vita: un difetto, un modo di essere, uno stile di vita, un errore… tutte hanno però qualcosa in comune: aspettano.



giulietta e romeo rewind

Regia: Dean David Rosselli

Con: Cecilia Bartoli, Rita Ciampa, Chiara Cinotti, Franco Giunti, Alessandro Lo Conte, Riccardo Sgherri, Barbara Taddei

Anno:

Note di regia:
La messa in scena dell’opera shakespeariana punta ad un allestimento piuttosto sperimentale, infatti le principali vicende che accadono ai due protagonisti sono raccontate al contrario. Ecco perché quel “Rewind” nel titolo.
L’idea è quella di confrontarsi col testo originale ma di cercare un nuovo modo di narrare gli eventi, nell’ingenuo tentativo di restituire ai due sfortunati amanti l’occasione di lasciarsi con il loro primo incontro. Un’ultima scena più degna, più felice di un “muoiono tutti”.



cyrano

Regia: Dean David Rosselli

Con: Raffaella Micelli, Franco Giunti, Laura Ramerini, Riccardo Sgherri, Rita Ciampa, Alessandro Lo Conte

Anno:

Note di regia:
Crisalide d’artista che mai farfalla fu,
il lento passeggiare d’un clown o d’un clochard,
Yo-yo senza una mano che lo riporti su,
di lui che ‘fu profeta’ diranno le avant-gardes.

Rimangono ora solo della tua vita i “se…”,
Se non da adolescente t’avesser conquistato,
Almen sollievo l’arte concesso avrebbe a te,
Saresti salvo se, invano non avessi amato.

Non prigioniero visse di capricciosa amante,
i passi suoi non furon, pedon d’un prepotente,
ma alfiere fu e re, torre, cavallo scalpitante.

Ospiterà la nave del giorno suo morente,
le spoglie d’uno ch’ebbe soltanto una costante,
che in vita sua fu tutto, ma mai fu indifferente.



la verità, vi prego, sull’amore

Regia: Dean David Rosselli

Con: Raffaella Micelli, Franco Giunti, Rita Ciampa, Riccardo Sgherri, Chiara Cinotti

Anno:

Note di regia:
Questa semiseria, per così dire, “conferenza-spettacolo”, scaturisce dalla necessità di porsi delle domande e di darsi qualche risposta sui vari dubbi che sembrano distinguere, complicare, attanagliare i rapporti tra uomo e donna.
Come avvengono oggigiorno i corteggiamenti? E perché sembrano tutti uguali? Perché il numero di argomenti che una donna è in grado di generare a cena sembra inversamente proporzionale all’interesse che l’uomo nutre verso di essi? Ci sono corsi oramai per tutto, perché nessuno ci insegna a fare il genitore? Quali sono le principali cause, colpe e soluzioni delle moderne “crisi” di coppia? Come si ricomincia a vivere? Come ci si rialza, dopo una storia importante? E ancora: Come si affronta il sesso? Il Kamasutra è davvero “attuabile” da tutti? Perché le madri concedono tutto ai maschi e con le femmine si azzuffano? I padri che ripetono “chiedi a tua madre” sono anch’essi genitori o fanno finta? Perché l’uomo sembra avere in mente sempre e soltanto una cosa?!
Tutto questo e molto di più sarà oggetto di discussione, esplorazione, teatralità.



il giardino dei ciliegi

Regia: Dean David Rosselli

Con: Raffaella Micelli, Franco Giunti, Laura Ramerini, Riccardo Sgherri, Rita Ciampa, Alessandro Lo Conte

Anno:

Note di regia:
Una metafora di Hegel vede gli uomini come ingranaggi del grande meccanismo che è il Mondo. Ingranaggi che, per la maggior parte, non sono moventi, ma mossi. Ingranaggi che non generano il divenire della società, piuttosto lo subiscono. La metafora del filosofo esalta l’inconsapevolezza che la razza umana ha del proprio vivere e deride coloro che si illudono di essere motori del movimento.
Ma c’è di più.
Il realismo di Cechov risulta ostinato nel voler mostrare al pubblico la realtà che lo circonda, ed esatto nel replicare che le persone migliorano ma solo quando si vedono dentro e fuori, quando capiscono cosa stanno facendo della propria vita, come la sfruttano o sprecano, quanto la vivono davvero o la uccidono.
Lo spettacolo mira a far riflettere su quanto la metafora appena espressa, unita ad un sano “aprire gli occhi”, non rappresenti oggigiorno una delusione ma un confronto, non una sconfitta ma una sfida con se stessi.
“Guardare la vita in faccia” diceva Virginia Woolf, ed eccoci qua, ad implorare il pubblico che, pur non visto, la osservi questa vita, prima che troppo tardi sia, a chiedergli che, insomma, si guardi.



come si cambia

Regia: Dean David Rosselli

Con: Raffaella Micelli, Riccardo Sgherri, Franco Giunti, Laura Ramerini

Anno:

Note di regia:
4 personaggi. 4 pari protagonisti. 4 personalità molto attuali, tra loro distinte, ma simili.
2 uomini e 2 donne che, per certi versi, si somigliano. Che in molti casi “ci” somigliano.
4 personaggi ossessionati o tentati da un’idea: Essere accettati dagli altri, diventare qualcuno.
Lo spettacolo, intriso di pungente ironia e gaia malizia, mira a far riflettere sulle facili tentazioni cui si va incontro quando si cede al comodo Conformismo, all’invitante Superficialità, al suggestivo desiderio di farsi accettare dagli altri, di sporgere dalla massa, costi quel che costi. Perché prima o dopo, ognuno di noi è tentato dal lato oscuro della vita, da quella voce dentro che sussurra di imboccare la via più breve, il gusto degli altri, i modi socialmente “giusti” di fare le cose, anche se ciò prevede una rinuncia ingiusta, una mancanza di rispetto, anzitutto, verso se stessi. Fino a trovarsi intinti in una vita di scelte dovute, che portiamo avanti come qualcosa di accettato e di, a quanto pare, immutabile.
Eppure “Bisogna somigliare alle parole che si pronunciano”.
È questo che lo spettacolo sottolinea: scegliere una strada od un’altra non ha molta importanza. Importa piuttosto percorrere la propria strada sentendo che ci rappresenta, che “incastra” con noi, che ci somiglia (appunto), altrimenti…meglio cambiar strada.
Partendo da questa considerazione proponiamo al pubblico una riflessione sull’eterno conflitto tra Essere o Apparire, servendoci dell’unico mezzo che abbiamo e che ci somiglia, l’Arte, il Teatro.



antonio e cleopatra

Regia: Dean David Rosselli

Con: Marco Sacchetti, Rita Ciampa, Riccardo Sgherri, Chiara Cinotti, Laura Ramerini, Franco Giunti

Anno:

Note di regia:
Lo spettacolo consta di un allestimento scenico sperimentale legato alla scissione sempre più netta tra Occidente ed Oriente, in cui l’esotico Egitto di Cleopatra e la Roma imperiale di Antonio risultano fisicamente divisi tanto nella scenografia quanto nei costumi.
Cleopatra, personaggio combattuto dentro e fuori, rivela contenere in sé molteplici nature. Colei che fu la più antica donna “moderna” che si ricordi, racchiudeva, forse in nome di tale modernità, altre anime, altre donne in sé. Lei che fu regina ed amante, guerriera e diplomatica, madre ed assassina, lei che fu folle dicono, lei che forse, semplicemente, amò.
Antonio, il coraggioso, forte, astuto Antonio, che perse ogni virtù e metà del mondo, dentro ad uno sguardo. Provò a combattere l’amore, Antonio, oppose al sentimento la Ragione, il Compromesso, la Politica, eppure, perse. Ebbe Cleopatra, perse tutto il resto, e tutto cambiò.
Questo perché a volte, nella vita, accadono cose così grandi e gravi, che dobbiamo espanderci per contenerle, dobbiamo allargare la mente ed il cuore affinché non esplodano, dobbiamo “cambiare” per andare avanti.
Cambiano i due amanti, nell’evolversi della vicenda essi cambiano, dirigendosi entrambi verso la tragedia, che ogni grande amore, porta con sé.



bernarda alba

Regia: Dean David Rosselli

Con: Chiara Cinotti, Raffaella Micelli, Sabina Marmeggi, Barbara Taddei, Valentina Antonini, Rita Ciampa, Laura Ramerini

Anno:

Note di regia:
Lo spettacolo, tratto dall’opera teatrale di Lorca, accosta un utilizzo “classico” del testo ad una cornice scenica di natura invece sperimentale. L’allestimento prevede, infatti, una prigionia fisica non solo dei personaggi ma delle attrici che li interpretano. Questa particolarissima messa in scena, ha da un lato cercato di approfondire l’interpretazione corale delle attrici, dall’altro di far risaltare la loro soggettività attoriale.
La scelta dell’opera di riferimento è legata all’importanza che le tematiche insite in tale testo sembrano avere soprattutto oggi, quando di fronte a tanta modernità e progresso, sembra invece che si vada sprecando, strumentalizzando o, peggio ancora, sminuendo, quella piccola preziosa cosa che non solo gli artisti, ma le persone comuni, chiamano: “Libertà”.br> Con la stessa umiltà ed il medesimo rispetto che un viaggiatore ha in terra straniera, continuo a pensare (come, del resto, Lorca ai suoi tempi) che conti ancora di più una degna libertà di scelta, che una comoda catena. Lo penso assieme a queste attrici, a cui ho chiesto, e con cui ho condiviso, gioie e sacrifici interpretativi che sono costati molto, ma che valevano la pena.
Lo penso quando tento, come appunto un viaggiatore che viene da altri luoghi, altre realtà, altri sogni, di integrare le semplici riflessioni legate all’Arte che mi porto dentro, con una società impostata, complessa e purtroppo, spesso, sorda.



ernest!

Regia: Dean David Rosselli

Con: Alessandro Lo Conte, Laura Ramerini, Riccardo Sgherri, Rita Ciampa, Valentina Antonini, Raffaella Micelli, Chiara Cinotti

Anno:

Note di regia:
Una messa in scena particolarissima, quella ideata per questo classico della letteratura teatrale, che ha come punto di partenza l’Ambiguità in molte delle sue molteplici forme.
Anzitutto il testo, analizzato, studiato, e adattato mantenendo però la sua ironica trama ad intreccio.
Poi, i personaggi, ovvero uomini galanti, aggraziati e femminili forse più di molte donne, e donne decise, prepotenti e pratiche, come solo certi uomini sanno essere.
Infine, gli attori, che per quanto vi sforziate, non chiariranno mai i vostri dubbi rispetto a quale personaggio interpretano.
In “Ernest” ci sono personaggi maschili che restano maschili ma diventano donna, ci sono personaggi femminili tanto mascolini da tramutarsi in uomo. Se il teatro è dunque un gioco, qui tutti giocano con tutti, pubblico compreso, e proprio al pubblico, resta il giocoso compito di capir chi sia davvero Ernest. Forse, questo poliedrico Ernest non è nessuno, verrà da chiedersi, probabilmente… lo siamo tutti.



alter ego

Regia: Dean David Rosselli

Con: Sabina Marmeggi, Chiara Cinotti, Marco Sacchetti, Valentina Antonini, Barbara Taddei, Riccardo Sgherri

Anno:

Note di regia:
Lo spettacolo nasce dalla voglia di studiare, esplorare, tirar fuori e rivelare l’altra parte di sé, appunto, l’alter-ego. Perché c’è un luogo nel cuore, ed uno nella mente, dove riponiamo accorti ciò che non sveliamo ma vorremmo, ciò che “non si può” fare, dire, mostrare.
Eppure, certe volte, dopo giorni, mesi, anni, decenni, di sopito silenzio, quel qualcosa che abbiamo più volte frenato, incatenato, represso, finisce per venir fuori e dir la sua.
Alcune rare volte, l’altro da noi stessi, è divenuto così forte da riuscire a prendere il sopravvento, a dirigere egli stesso le nostre azioni, e allora, cosa accade? Come cambia allora la nostra vita, se a decidere è finalmente il nolente prigioniero che albergava in noi?
Gli attori sono stati chiamati a fornire delle interpretazioni che caratterizzassero, distinguendoli, Ego ed Alter-Ego in modo chiaro ed evidente, cercando però dei punti di contatto esigui ma profondi, perché alla fin fine, non conosciamo davvero noi stessi, finché non interroghiamo la nostra parte più nascosta, finché non ci accorgiamo d’essere avvolti da, per dirla con Pessoa, “quell’ansia insaziabile di essere sempre la stessa persona, e un’altra”.
L’evento, di natura sperimentale, rappresenta e propone sia una critica che una riflessione, a ciò che socialmente “si può” o “non si può”, mostrando una sorta di specchio al pubblico, dove l’immagine di tre personaggi (o tre Alter-Ego) somiglia forse a uno, nessuno o tutti noi.



per sempre

Regia: Dean David Rosselli

Con: Sabina Marmeggi, Barbara Taddei, Laura Ramerini, Valentina Antonini, Rita Ciampa, Franco Giunti

Anno:

Note di regia:
Per Sempre nasce dalla voglia di affrontare un percorso teatrale sulle donne che al contempo sia un evento culturale, prendendo come punto di partenza cinque figure femminili di particolare rilevanza storica: Virginia Woolf, Frida Kahlo, Emily Dickinson, Marilyn Monroe e Simone de Beauvoir.
cinque donne, cinque grandi donne, per cinque giovani attrici che hanno studiato, analizzato e preso confidenza con esse, preparando teatralmente il personaggio di cui raccontano la storia attraverso frammenti ed attimi di vita estratti dalle loro biografie, dai libri che hanno scritto, dai loro quadri, dai loro diari. Lo spettacolo rappresenta uno studio su delle donne che hanno raggiunto la fama e la grandezza, che hanno sedotto e affascinato tramite le loro azioni, o le loro opere, l’immaginario collettivo di razze e nazionalità differenti, ma pagandone il prezzo. Perché sembra esserci sempre un legame profondo e indissolubile tra il successo e la sofferenza, fra l’opera d’arte e la vita dell’artista, “tra le maschere che indossiamo come volti, ed i volti che portiamo come maschere” direbbe Oscar Wilde.
Accanto a loro “Gli Uomini”, che le hanno accolte, aiutate, allontanate o distrutte, lasciando in esse le cicatrici del maschile e maschilista mondo in cui hanno dovuto vivere, o meglio, sopravvivere.
La riflessione che l’evento vuole lanciare e lasciare al pubblico è rivolta tanto alle donne quanto agli uomini, nell’auspicio che le une comprendano le carenze, gli errori, le mancanze, ma anche le qualità, il coraggio, le virtù degli altri, e viceversa. Affinché una non femminile, né maschile, ma semplicemente umana convivenza, sia maggiormente realizzabile, possibile, desiderabile.